Torna, con il 3 maggio, la Giornata dell’Informazione costruttiva promossa dall’associazione Mezzopieno che aggiunge progettualità e contenuti alla fondamentale celebrazione della Giornata mondiale per la libertà di stampa.
Attaccati in ogni modo, vittime della propaganda che si impone sulla verità sostanziale dei fatti in nome del consenso o (più spesso) della forza – di matrice politica, economica o tecnica – la libertà di stampa e il giornalismo rappresentano un bene comune da difendere e rilanciare, a tutti i costi, a maggior ragione per una realtà come il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino. Perché la missione di chi deve formare i nuovi giornalisti ha senso se i nuovi (come gli antichi) cronisti hanno ben chiare le proprie responsabilità: rigore, cura, capacità di ascoltare, indagare, vedere, di fare domande scomode, cura, responsabilità, autonomia, fedeltà assoluta alla verità sostanziale dei fatti.
Ma occorre anche cercare strade nuove. Dopo la fine del giornalismo industriale, che si è imposta tra la fine degli Novanta del secolo scorso e primi anni 2000, il nuovo giornalismo postindustriale (Bell, Anderson Shirky, 2011-2014) è sicuramente più debole rispetto ai colossi dell’innovazione digitale, alle piattaforme. Tuttavia il giornalismo non ha perso un’unghia della sua rilevanza per la qualità della democrazia, ha guadagnato nuove generazioni di colleghi coraggiosi e capaci, ha sperimentato nuovi formati e possibilità. L’ultima sfida, quella del confronto con l’intelligenza artificiale, è forse la più delicata, ma va collocata nella giusta prospettiva: la funzione sociale e civile del giornalismo professionale.
Senza giornalismo professionale, quindi rigoroso e indipendente, non c’è democrazia. E infatti, quando il giornalismo professionale, rigoroso e indipendente, viene travolto dai condizionamenti del potere economico o del mercato, oppure viene attaccato dal potere politico, anche con la prigione o le armi, la democrazia muore.
Ecco perché, oltre all’impegno dei giornalisti, serve quello delle comunità che i giornalisti servono.
L’informazione di qualità del futuro non può essere più un processo dall’alto in basso. Certo, c’è ancora più bisogno di professionalità, competenze, qualità, ma il giornalista deve aprire la redazione e trasformare luoghi, tempi e modalità di produzione dell’informazione in altrettante occasioni per lavorare con le comunità.
Non si tratta di essere più simpatici a un pubblico: a logica è radicalmente diversa. Dobbiamo chiedere alle persone di fare la loro parte, di mettere a disposizione competenze, valori, intelligenza, impegno. Leggere, informarsi, dare valore all’informazione è una scelta civile.
Se il giornalismo professionale, rigoroso e indipendente, è un bene comune, essenziale per la democrazia, può essere salvato solo dall’impegno delle comunità, grazie a una presa di coscienza collettiva.
Per questo giornalismo costruttivo e giornalismo delle soluzioni si sono evoluti nella prospettiva del cosiddetto Impact Journalism, cioè il giornalismo che è in grado di misurare il proprio impatto nella vita delle comunità che serve.
Un proposta pratica, per chiudere.
Grazie al lavoro di Torino Social Impact, che per primo ha lanciato un percorso su questi temi, ora Master e Torino Social Impact propongono insieme un laboratorio di formazione e confronto sull’Impact Journalism. Si chiama Impact Journalism Spring Lab, si terrà a Torino dal 22 al 24 di maggio ed è rivolto ai giornalisti professionisti, ma non solo. Le iscrizioni sono aperte ancora fino all’8 maggio.
Virginia Platini, giornalista allieva del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, è stata a Varese e a Pinerolo, per raccogliere le storie di due testate di giornalismo locale che hanno davvero “sfondato la quarta parete” verso il pubblico e lo hanno (letteralmente) portato in redazione: l’Eco del Chisone e VareseNews. Eccole.
Chi sarà all’Impact Journalism Spring Lab ritroverà Paola Molino e Marco Giovannelli nei workshop in cui le storie di Materia e della rete dell’Eco del Chisone saranno lo spunto per costruire nuove ipotesi di lavoro.