Alberto Sinigaglia: “Un salto di qualità ricordando la storia”

Il saluto del Presidente dell’Ordine del Piemonte

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(nella foto, Carlo Casalegno in riunione di redazione a La Stampa è il primo a sinistra)
TORINO

Il Master in giornalismo di Torino nacque nel 2004 dall’intesa tra l’Ordine dei giornalisti del Piemonte e l’Università, in particolare tra il presidente Mario Berardi e il rettore Rinaldo Bertolino.

Ora un’intesa ancora maggiore – professionale e personale – con il rettore Gianmaria Ajani ci porta a inaugurare questo settimo biennio. Un’intesa ancora più forte, necessaria per affrontare le incalzanti trasformazioni del giornalismo, dunque anche delle scuole che preparano i nuovi professionisti  dell’informazione.

Il Master di Torino si appresta a un salto di qualità useful reference. Lo fa nel rispetto delle regole accademiche e di quelle dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ma anche con la volontà e l’autorità di suggerire miglioramenti e cambiamenti adeguati e necessari ai cambiamenti tecnici, sociali  e del mercato.

Il salto di qualità è possibile per il  lavoro che al Master è stato fatto finora dai giornalisti  piemontesi e dai professori di questa Università.

Tra i primi, ricordo con rimpianto Vera Schiavazzi, la prima direttrice dei laboratori e delle testate,  rimasta fino al giugno 2015 quando colse una desiderata occasione professionale, che la morte le ha troppo presto troncata. E ricordo con gratitudine Renato Rizzo, che ha accettato di succederle, nonostante le difficoltà di concludere un biennio già avviato e che ha contribuito a chiudere i corsi lavorando bene, con passione e senza compenso.

Tra i professori, ricordo con riconoscenza Nicola Tranfaglia, Ugo Volli, Gian Paolo Caprettini, Peppino Ortoleva, ultimo generoso presidente del Consiglio tecnico scientifico del Master, al quale è succeduta Franca Roncarolo.

Auguro pieno successo a lei e ad Anna Masera, la nuova direttrice dei laboratori e delle testate.

Per la competenza di Franca Roncarolo in fatto di comunicazione e di informazione politica, per il curriculum internazionale di Anna Masera, sono tra le più qualificate in Italia per guidare l’impresa.

Auguro buon lavoro allo staf organizzativo: Sabrina Roglio, Nadia Cardenio e Eleonora Col, che ringrazio per quanto hanno fatto finora e per lo spirito con il quale l’hanno fatto.

Non mi limito invece ad augurare buon lavoro agli studenti e ai docenti, accademici e giornalisti.

Chiedo loro il massimo sforzo di qualità, che significa molte cose: da una parte anche umiltà e disciplina; dall’altra continua verifica dei risultati e continua intesa tra voi per ottenerli.

E’ la qualità della rotta che ci condurrà indenni fuori dalla galassia tecnologica nella quale stiamo navigando senza ancora individuarne l’uscita.

Qualità significa saper usare le tecnologie, sfuggendo alle trappole di cui non sono prive.

Significa fare con qualsiasi mezzo un lavoro ben fatto, applicando al giornalismo stampato, radiofonico, televisivo e telematico tecniche, regole e responsabilità.

Significa conoscere – almeno un poco – la nostra storia, basterebbe quella del giornalismo piemontese. La qualità professionale e gli ideali per i quali durante il fascismo morirono Gobetti e Gramsci, e quarant’anni fa Carlo Casalegno fu il primo giornalista assassinato dalle Brigate rosse.

Significa ricordare l’impegno a un “giornalismo onestissimo” che assunse Alfredo Frassati nel trasformare la “Gazzetta piemontese” ne “La Stampa”. Se il grande quotidiano si appresta a festeggiare felicemente, nel 2017, i suoi 150 ani, significa che ha garantito verifica dei fatti e capacità di raccontarli e spiegarli.

Proprio nel rumoroso confondersi di informazione e comunicazione in cui è immersa la società, mai c’è stato tanto bisogno di giornalismo, che aiuti a distinguere il vero dal falso. Mai tanto bisogno di giornalisti professionalmente preparati a farlo, tecnicamente e moralmente.

Ringrazio per il loro impegno nel Master e per  la loro presenza Mario Calabresi e Maurizio Molinari, direttori de “La Repubblica” e de “La Stampa”, colleghi ben consci di quanto una democrazia, la nostra democrazia, dipenda da un’opinione pubblica bene informata.

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